G – Gruppi e gruppettari

Alcune considerazioni su gruppi e gruppettari:

 

A partire dagli anni '60 e poi in seguito al '68 si sono formati e quindi ingrossati, i cosiddetti "gruppi" della sinistra extraparlamentare. Nel 69/70 erano attivi gruppi di diverso orientamento: maoisti, detti anche marxisti-leninisti, come il Pcd'I e Servire il Popolo (UCI-ml), o come il MLS; trotzkisti, come Avanguardia Operaia (AO); "operaisti", come Potere Operaio e Lotta Continua (o il Manifesto), anarchici, eccetera. I primi anni del post-68 (anno che in quasi tutti gli altri paesi rimase un unicum) in Italia continuarono ad essere agitati da questi gruppuscoli, nati prima del 68 e che grazie al "movimento" si rafforzarono in quegli anni. Ma poi – durante gli anni '70 – i gruppi entrarono in crisi. I motivi della crisi dei gruppi sono tanti. Ne elenco qui alcuni:

1) "Il movimento" e "il partito" sono due cose diverse. I gruppi (a parte forse quelli "emme elle") sono in mezzo tra le due cose, a un certo punto dovevano scegliere. Una parte dei gruppi in effetti provo' la scelta elettorale e partitica in senso tradizionale. LC, il Manifesto e Avanguardia Operaia fecero un cartello elettorale, con scarso successo. L'esperienza di AO (e in parte del MLS) confluira' in Democrazia Proletaria e nel PDUP, come quella del Manifesto.

2) Il movimento degli anni 70 in Italia conteneva una forte dose di rivendicazioni di diritti "individuali" e non necessariamente collettivi. Parallelamente le persone si sentivano – a volte – ingabbiate all'interno dei gruppi, in cui le soggettività venivano meno, in nome dell'idea del gruppo. Le riunioni e le assemblee – dominate dai gruppi – lasciavano ai cani sciolti solo l'opzione tra un gruppo e l'altro

3) L'idea dell'"autonomia operaia" e dell'autorganizzazione proletaria, lanciata da parte degli operaisti all'inizio degli anni 70, contribuisce alla dissoluzione dei principali gruppi per diventare "operai sociali".

Il processo di costruzione dell'autonomia, che effettivamente crescerà negli anni, fino a prendere l'egemonia oggettiva del movimento nel 77 quasi ovunque, è lento e diseguale nel suo evolvere nei diversi contesti geografici. Difficilmente ha successo fuori dalle metropoli e in molte zone assume diverso significato. L'"autonomia organizzata", progetto che qualcuno evocherà fin da subito, qualcun altro solo nel 77 stesso, finirà da una parte quindi per accelerare la crisi dei gruppi, dall'altra a formare un supergruppo che amplifica i pregi e i difetti dei gruppi precedenti. 

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